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ALLA RICERCA DI NUOVE IDENTITA’

Giuseppe Tacconi

Alla ricerca di nuove identità

Formazione e organizzazione nelle comunità religiose di vita apostolica attiva
nel tempo della crisi

Editrice Elledici-Torino, 2001

Alla ricerca di nuove identit

Il presente saggio affronta nodi problematici cruciali e di grande attualità per le comunità religiose di vita apostolica attiva, utilizzando un approccio originale alla vita consacrata, che tenta di articolare una riflessione su questo ambito di esperienza, a partire dalle moderne teorie sulla formazione e sull’organizzazione, con l’opportuna cautela che un’operazione di questo genere richiede.
La prima parte del lavoro propone innanzitutto una lettura pedagogica del fenomeno della crisi della vita consacrata, che si configura essenzialmente come crisi culturale e mette in discussione l’identità personale e collettiva dei religiosi. L’accento è posto dall’autore sulle convinzioni che abitano e costruiscono le organizzazioni della vita comunitaria e le esperienze di formazione.
La seconda parte, dopo un’attenta analisi delle nuove esigenze formative, presenti nel contesto della vita consacrata, e degli intrecci che si creano tra dinamiche formative e contesti organizzativi, offre una rassegna di strumenti e di concrete indicazioni metodologiche per sperimentare modalità innovative di formazione nelle comunità religiose.

Giuseppe Tacconi, prete salesiano, ha studiato Teologia presso la Philosophisch-Theologische Hochschule di Benediktbeuern (Germania) e Pedagogia presso l’Università di Verona, specializzandosi nella gestione di processi formativi. Attualmente, dirige il Centro Pedagogico «Don Bosco» di Verona, all’interno del quale opera in qualità di formatore.

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LA PERSONA E OLTRE

Giuseppe Tacconi

LA PERSONA E OLTRE
Soggettività personale e soggettività ecclesiale
nel contesto del pensiero di Tommaso Demaria

LAS-ROMA ,1996

La persona e oltre

Molti riconoscono oggi che la crisi è essenzialmente culturale e che a poco serve inseguire la fenomenologia della modernità se non si prospetta una nuova sintesi metafisica, capace di fornire le categorie interpretative dell’oggi. Di questa necessità si è fatto carico Tommaso Demaria, filosofo e teologo salesiano recentemente scomparso, affrontando con occhio metafisico la realtà storica moderna e portando in primo piano tutta una serie di problemi ontologici che, nella tradizione filosofica realista, erano rimasti in larga misura inesplorati o che erano stati affrontati solo in una prospettiva etica: lo statuto ontologico delle realtà sociali complesse e dinamiche, il rapporto tra natura e storia, la relazione tra il singolo e il tutto che lo ingloba, l’intrecciarsi di immanenza e trascendenza nelle trame della storia.

Quest’opera di Tacconi ricostruisce con intelligenza la mappa del ragionamento demariano, soffermandosi in particolare sulla sua riflessione ecclesiologica – perché anche la chiesa è realtà storica -, e ci offre una esposizione attenta a capire i più intimi snodi della speculazione demariana, ma anche a notare dove l’originale pensiero del filosofo è anche più ricco di quanto il suo linguaggio talvolta non lasci trasparire.

Giuseppe Tacconi, prete salesiano, ha studiato Teologia presso la Philosophisch-Theologische Hochschule di Benediktbeuern (Germania) e Pedagogia presso l’Università di Verona, specializzandosi nella gestione di processi formativi. Attualmente, dirige il Centro Pedagogico «Don Bosco» di Verona, all’interno del quale opera in qualità di formatore.

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Per una Società nuova

Ugo Sciascia

Per una Società nuova

Ed. Luigi Parma, Bologna 1973.

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Crescere insieme oltre capitalismi e socialismi

Ugo Sciascia

Crescere insieme oltre capitalismi e socialismi

EDN, Roma 1977.

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L’UOMO INFINITO

ROBERTO ROGGERO

L’UOMO INFINITO

Verona 2004

luomoinfinito

Sussidio ad uso degli studenti di scuola superiore, individua le cause che generano la Qualità Totale. La metafisica realistico dinamica di Tommaso Demaria è la piattaforma su cui si innesta questo inedito approccio ai sistemi di Miglioramento Continuo; essa viene considerata l’unica scienza in grado di comprendere l’intera realtà storica.

Il tentativo di usare un linguaggio semplice ed immediato attraverso fatti veri ed esempi concreti è in buona parte riuscito. Il fine autentico è quello di educare alla conoscenza delle logiche “autocostruttive” del mondo per poter orientare meglio le proprie azioni . E’ un testo diretto a tutti coloro che sognano e vogliono per l’uomo la perfezione dell’infinitamente perfetto.

ROBERTO ROGGERO , attualmente opera come consulente sanitario preposto all’implementazione dei Sistemi di Miglioramento Continuo presso la società DNTT. L’esperienza di catechista, allenatore di Basket , riabilitatore di bambini cerebrolesi e di insegnante di scuola superiore hanno rappresentato gli ambiti su cui innestare e sviluppare lo sbocco operativo della metafisica realistico integrale, fino a giungere ad una elaborazione originale ed efficace dei sistemi di Qualità Totale colti nella loro dimensione organico-dinamica.

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MARIA, TU QUI…!

Gaetano Peretti

“MARIA, TU QUI…! “

ed. Fam. Peretti Avesa-Verona.

“Nel decimo anniversario ….
Ecco lo scritto di un uomo la cui vita è trascorsa in uno slancio d’amore verso gli uomini e verso Dio.”

Ripreso integralmente e senza modifiche da un manoscritto originale, questa autobiografia di Gaetano Peretti, che ha il sapore di un testamento spirituale, è la storia di un cristiano sincero alla ricerca della verità, approdato negli ultimi anni della sua vita a quel porto di luce che è Maria, Regina della Pace.
Testimone degli avvenimenti del suo tempo, protagonista di molte vicende politiche e religiose veronesi l’autore si racconta come sostenitore autentico della cultura dinontorganica di Tommaso Demaria alla quale si può dire abbia dedicato l’intera esistenza aderendovi senza doppiezze né compromessi.
L’intreccio di ragione e fede, mondo profano e Regno di Dio trovano in questa narrazione una sintesi capace di infondere coraggio a chi ancora si ostina a sperare nella Civiltà dell’Amore.

Gaetano Peretti, originario di Soave, laureato in filosofia alla Cattolica di Milano, è stato docente di storia e filosofia nei licei. Autore di scritti storici e filosofici, attivo nella politica veronese come consigliere comunale, promotore del teatro amatoriale e regista della compagnia “La Pocostabile”.
Poeta e uomo libero.

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QUANTO RESTA DELLA NOTTE ?

Nicola Palmisano

QUANTO RESTA DELLA NOTTE ?
Analisi e sintesi del medioevo novecentesco all’alba del 2000

Prefazione di Gaetano Bellorio
Presentazione di Sabino Palumbieri

LAS-R0MA 1994, collana Spirito e Vita

Quanto resta della notte

L’obiettivo di rendere il Realismo Dinamico accessibile ad un pubblico vasto è in buona parte raggiunto i questo bel libro, che sa affrontare in un linguaggio accessibile, ma rigoroso una tematica filosofica complessa.

… C’è una nervatura nascosta che soggiace a questo scritto : il padre di Nicola: Egli funge da sottilissimo motivo che lega impercettibilmente lo snodarsi del racconto; è scelto come “ponte” che unisce due modi di vivere -in due tipi di società- apparentemente simili,in realtà radicalmente diversi. Il padre segna il punto di discontinuità fra due epoche. Una discontinuità irriflessa anche se palpata la cui eredità viene lasciata in toto al figlio – Nicola – che saggiamente si incarica di non dissiparla, all’opposto la valorizza,incastonandola in un disegno che “salva” i beni che una generazione lascia sempre all’altra: pericolo oggi reale che le generazioni presenti brucino ciò che di diritto spetta a quelle future.
Lo scambiare quest’ eredità generazionale con un problema di “sviluppo sostenibile” o con una questione puramente ecologica , sarebbe il massimo degli errori. Per l’ennesima volta si prenderebbe la “parte” per il “Tutto” con esiti disastrosi . E se questo scambio oggi risulta evidente ed evidente la sua negatività, non così agevole appare definire ” che cos’è il tutto “, il Tutto che ha l’incombenza di salvare le anche le “parti”- gli uomini, i singoli problemi, le questioni quotidiane – senza aspettare il Paradiso : giacchè la salvezza pur mutevole e incompleta , deve iniziare fin dall’esistenza , dal momento in cui nostra madre partorendoci ci ha catapultati nella Storia.

C’è una salvezza terrena materiale e spirituale nel contempo- questo ci dice Nicola- che è irresponsabile e peccaminoso disattendere. Che è, sì l’attualizzazione dell’ “ama il prossimo tuo” – il tema della solidarietà e della pace sono ricorrenti nel testo- ma sviluppato attraverso un amore di tipo nuovo, di marca diversa.
Come dire che la stessa carità ha due facce : il soccorso allo sventurato preda dei ladroni- e sovente la storia è ladra , ruba umanità -amore diretto del simile al simile; e il soccorso ad una Storia deviata che permette, o assume, il ladrocinio : amore indiretto del simile al “dissimile”.

Ma se l’amore del Samaritano è esperienza comune di tanti cristiani e di altrettante organizzazioni , quello di secondo grado, indiretto – che ha la premura di incanalare la società al bene, dimodochè anche la carità sia naturale e non frustrata dall’indifferenza dei precedenti viaggiatori – è esperienza di assenza e di vuoto, cui non è alieno anche il degrado della politica al quale oggi si assiste.

C’è amore e amore, come c’è medicina e medicina. Un conto è il medico che cura il malato, altro è il ricercatore preoccupato di capire il difetto genetico per correggerlo. Noi cristiani rassomigliamo a tanti medici di condotta. Sovente curiamo i mali con additivi chimici e non ci importa del germe che li produce, dell’habitat dove prolifera, dell’humus nel quale nidifica.

Certo amare dal chiuso di un laboratorio, in anonimia , con sulle spalle la soma del giudizio di chi dice ” meglio il fare “, non è gratificante né porta a soddisfazioni umane, al brivido del volontario che sfreccia sull’ambulanza e raccoglie i feriti in autostrada. Ma è un’omissione grande ,le cui omissioni ormai sono sempre più vistose e incalcolabili.
L’amore di secondo grado , ontologico – quello che ama l’ente in quanto ente poiché creatura – ama tutti gli esseri secondo gradienti e modalità diversificate. E’ completo; non sottrae e non esclude nulla dal suo orizzonte e ama l’uomo posizionandolo nella sua luce creaturale di parte di un Tutto storico-cosmico, analogo al Corpo Mistico: ” …chi perderà la sua vita la salverà”.
Certo non è un amore fatto di carezze e di baci tangibili,non si vede, non dà quello che usualmente è chiamato piacere, ma penetra cento volte di più e genera infiniti figli. Parte dalla carne,dalla sensibilità e assurge a vette di razionalità che conquistano la carne dal profondo e dall’alto. E’ la “ragione che ama “, l’amore razionale,che si sveste di ogni sentimentalismo – non del sentimento – e perciò ascolta e testimonia la voce delle cose come Dio le ha create per condurle al loro fine archetipo attraverso un’illuminazione che è compito dell’uomo in quanto umano.
Umanizzare altro non è che un lavoro da minatore,da cercatore d’oro,il cui piccone sterra i tesori nascosti nella viscere del mondo,il cui acetilene riverbera sull’oro che vi è nascosto. E’ un lavoro educativo, in senso letterale, che separa le scorie, che toglie il velo che copre le cose ,le realtà,qualsiasi esse siano. Come un buon maestro che nulla aggiunge ma tutto predispone per la crescita dell’allievo, altrettanto il filosofo metafisico.

 

Don Nicola Palmisano Taurisano ( Lecce ) 9/11/1940 – Roma 20/01/1993
Ordinato sacerdote il 22 dicembre 1968 in Santeramo, iniziò la sua dinamica vita missionaria tra i giovani.
Fu prima incaricato dell’Oratorio di Taranto/don Bosco e poi dal 1973 al 1986 a Foggia – S. Cuore: sono gli anni delle sofferte e coraggiose scelte.
Precorrendo i tempi , fondò con altri confratelli e coinvolgendo numerosi laici, la Comunità sulla strada di Emmaus ,per il recupero dei giovani in difficoltà: un’opera che gli farà onore e rimarrà tra le su più belle realizzazioni, anche se lo debilitò non poco.
Nel 1987 l’obbedienza lo portò a Napoli in qualità di direttore dell’istituto Don Bosco, un’opera salesiana per il disagio giovanile e il disadattamento. Per due volte lo abbiamo visto a Uno Mattina battersi per il Centro,chiedendo aiuto e comprensione alle autorità per quei giovani poveri violati nei loro diritti. A causa del suo precario stato di salute nel 1990 fu destinato alla casa di Santeramo, ma nella nuova sede non pensò a riposarsi, anzi si prodigò in attività di predicazione e conferenze e fu lievito e animatore dei Cooperatori, degli Exallievi e di altre associazioni e gruppi tra cui il MID ( Movimento per l’Ideoprassi Dinontorganica ) di cui fu responsabile nazionale.

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Riscoperta della realtà. Un itinerario filosofico esistenziale.

Occhiena Mario

Riscoperta della realtà. Un itinerario filosofico esistenziale.

Gribaudi, Torino 1979

L’autore tracciando una sorta di autobiografia intellettuale e disegnando il suo tormentato percorso alla ricerca della verità, dedica un intero paragrafo alla prospettiva filosofica di Tommaso Demaria. Lo scritto di Occhiena è estremamente interessante non solo perché ricostruisce una filosofia realista della conoscenza, ma anche per l’acuta analisi del pensiero di Demaria nel paragrafo a lui dedicato

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Sulle vie del tempo

Mauro Mantovani

Sulle vie del tempo
Un confronto filosofico sulla storia e sulla libertà

Ed. LAS – ROMA 2002

Sulle vie del tempo

Quale filosofia della storia , all’inizio del nuovo millennio? Quale concezione della libertà e del suo significato e fondamento nel contesto del pensiero della cosiddetta “postmodernità”?Che rapporto intercorre fra i temi della storia e della libertà e le questioni filosofiche circa la verità e la trascendenza ?
Il volume affronta questi interrogativi nella seconda parte ,dopo averne richiamato i contenuti essenziali così come sono emersi nel corso della storia della filosofia occidentale,stabilendo un confronto con sei autori italiani contemporanei di particolare interesse (anche se non tutti ugualmente conosciuti): Tommaso Demaria, Romano Guardini, Luigi Pareyson, Nicola Petruzzellis, Bernardino Varisco e Gianni Vattimo.
Vengono così proposte alcune considerazioni teoretiche sulla storia e sulla libertà secondo le quali -proprio perché la storia da sola non detiene una risposta conclusiva sul suo significato e la libertà non risulta ulteriormente fondata senza il riferimento alla trascendenza – si indica la categoria filosofica della “partecipazione” come essenziale ad assicurare, nel rispetto della distinzione fra filosofia e teologia ,una loro più adeguata comprensione. In questa ottica è anche possibile recepire le maggiori istanze di valore provenienti da altre prospettive teoretiche,a partire da tutte quelle che evidenziano positivamente la dinamicità del reale in genere e dell’esistenza umana in specie,che ben si può esprimere attraverso l’immagine del camminare ….”sulle vie del tempo”.

Mauro Mantovani è attualmente docente di Filosofia teoretica (Filosofia dell’Essere Trascendente e filosofia della Storia ) presso l’ Università Pontificia Salesiana di Roma.

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La Pentecoste di Sydney nell’Anno Paolino

lapentecoste

La Pentecoste di Sydney nell’Anno Paolino
Il Papa, i giovani e la modernità

I tre grandi discorsi di Benedetto XVI ai giovani radunati a Sydney, a pochi
giorni dall’apertura dell’Anno Paolino, offrono nuove prospettive per la presenza
della Chiesa nel mondo della cultura contemporanea.
Nel commentare le parole del Papa, mons. Leuzzi ravvisa la grande missione
che Benedetto XVI affida ai giovani: il rinnovamento della Chiesa e
della società per costruire insieme la civiltà dell’amore, vero volto della
modernità.
Come Paolo ad Atene, i giovani sono chiamati ad annunciare in ogni piazza che l’incontro con Cristo nella Chiesa è la pienezza della propria esistenza.
La Pentecoste di Sydney ha aperto nuovi orizzonti per la pastorale giovanile.

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